È diventato un libro il racconto di Massimo Minella, che per Teatro Pubblico Ligure ha debuttato con successo il 16 luglio 2018 allo “Scali a mare Pieve Ligure Art Festival” e il 5 luglio 2019 è andato in scena nel luogo dove si sono svolti i fatti: Coreglia, un paese tra i monti dell’Appennino, alle spalle di Chiavari. Il volume Campo 52. Pian di Coreglia 1941-1944 di Massimo Minella, edito da Mursia con la prefazione di Tomaso Montanari, sarà presentato mercoledì 29 gennaio (ore 18) presso Wylab, in via Davide Gagliardo 7 a Chiavari (Genova), in collaborazione con il settimanale online ‘Piazza Levante’. Introdotti da Antonio Gozzi, editore di ‘Piazza Levante’, lo storico Giorgio Getto Viarengo e il musicista Franco Piccolo saranno in dialogo con l’Autore. L’ingresso è libero.
Campo 52 racconta una storia vera che è stata dimenticata. «In fondo è breve la vita di Campo 52 – dichiara Minella – poco più di tre anni, in cui all’infamia della guerra, alla cancellazione delle libertà e alle persecuzioni razziali si mischiano scelte sorprendenti capaci di far emergere squarci di umanità».
Campo 52 è stato il più grande campo di concentramento della Liguria per prigionieri di guerra alleati e, dopo l’8 settembre 1943, per internati civili, fra cui cittadini ebrei. Situato a Pian di Coreglia (Genova), ha rappresentato un cammino di sofferenze e di dolore, ma anche di riscatto e di gioia, lungo più di mille giorni. Un microcosmo di uomini e di donne vittime di uno scontro che nessuno di loro ha voluto, ma soltanto subito, durante gli anni della Seconda guerra mondiale. Attraverso la ricostruzione di quanto accaduto in quegli anni di guerra, Campo 52 diventa così il testimone di una pagina di storia che si fa palcoscenico di umanità varia in cui onesti e coraggiosi, criminali e vigliacchi si alternano sulla scena e fanno da sfondo alla storia di due giovani capaci di sopravvivere alle crudeltà della guerra e a far vincere l’amore. Quando lo scorso 5 luglio la comunità di Coreglia si è riunita per ascoltare la sua storia, raccontata da Minella accompagnato dal fisarmonicista Franco Piccolo, gli anziani si sono commossi e i giovani hanno ricomposto i pezzi di un racconto che fino a quel momento avevano conosciuto solo a frammenti, perché ogni famiglia ne ha custodito una tessera, ma nessuno le aveva ancora collegate fra loro. In questo è consistito il lavoro di ricerca condotto da Minella, che ha ottenuto anche un finale inaspettato: una telefonata in Sudafrica ha riaperto il racconto su una storia di amore e di vita.
Massimo Minella è nato a Voghera nel 1961 e vive a Genova dalla metà degli anni Ottanta. Vicecaporedattore dell’edizione genovese de “la Repubblica”, è autore di numerose pubblicazioni di narrativa per l’infanzia e di argomento storico-economico. Si occupa di economia marittima, industria e finanza, ma nel tempo libero ama sconfinare nella storia o, meglio, nelle storie, soprattutto quelle dimenticate e meno note. Dai suoi libri nascono mostre fotografiche e racconti teatrali messi in scena dal Teatro Pubblico Ligure. Ha fornito la consulenza storica e preso parte al docufilm Il nostro Papa, prodotto da Red Film e Lazos de Sangre in collaborazione con Rai Cinema.