Inaugura domani, sabato 7 dicembre alle 17:30, presso le sale del primo piano di Palazzo Rocca, la mostra Bartolomeo Sanguineti organizzata dall’Associazione Culturale Tecnica Mista di Chiavari con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Chiavari.
Sviluppata attraverso una selezione di oltre 60 opere volte a dare una visione completa della produzione dell’artista, la mostra si propone di omaggiarlo nel ventennale della sua scomparsa.
Le opere selezionate per l’esposizione, scelte tra le oltre duecento documentate dall’Associazione nel lavoro di ricerca sull’artista, coprono la produzione dagli anni ‘40 al 1996 e provengono da collezioni private locali e dagli eredi dello stesso Bartolomeo Sanguineti e della moglie Alice Alessandrini.
La mostra sarà visitabile fino al 12 gennaio 2020, dal lunedì al venerdì dalle 16:00 alle 19:00, sabato e domenica dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 19:00. Chiusa il 25 dicembre e il primo gennaio.
Durante l’evento, nel mese di dicembre, verrà presentato presso l’Auditorium di San Francesco di Chiavari un volume monografico realizzato da Tecnica Mista e prodotto dalla casa editrice De Ferrari di Genova che vedrà raccolte oltre alle opere documentate, alcune testimonianze di persone che sono state vicine a Bartolomeo Sanguineti e da una introduzione della Professoressa Mara Borzone, Storica dell’Arte, che interverrà durante la presentazione dello stesso.
Bartolomeo Sanguineti (Lavagna, 20 aprile 1916 – 25 settembre 1999) si avvia alle discipline artistiche negli anni ’30 come autodidatta. L’incontro negli stessi anni con Lino Perissinotti, che ne comprende le notevoli capacità diventandone il primo ed unico maestro, sarà determinante per il prosieguo della sua attività artistica. Negli anni ’50 e ’60 si confronta con le avanguardie artistiche internazionali maturando un suo personale linguaggio espressivo. Sempre negli anni ’60, una profonda crisi personale lo porterà a ritirarsi momentaneamente dalla scena artistica per dedicarsi ad un percorso interiore che lo metterà a confronto con i valori della spiritualità cristiana. In questi anni di riflessione, manterrà tuttavia un ricco rapporto epistolare con colleghi artisti tra i quali vanno in particolar modo ricordati Silvio Cassinelli e Pier Luigi Lavagnino, quest’ultimo molto più giovane di lui ma con il quale si instaurò fin dal 1952 un profondo rapporto di stima e amicizia che si concluse solo con la morte che per entrambi, quasi per un segno del destino, avvenne nel 1999. Da questo periodo di crisi Sanguineti uscirà con rinnovata energia ritornando ad una pittura apparentemente più classica, rivolta principalmente a temi naturalistici e caratterizzata da un suo personale linguaggio, una colta impostazione ed una ricca tavolozza, raggiungendo risultati di grande forza ed intensità.
Bartolomeo Sanguineti fu spesso promotore di iniziative volte soprattutto all’incoraggiamento di giovani speranze. Di grande importanza sarà la “Mostra d’arte contemporanea” del 1953, di cui fu animatore con Enotrio Mastrolonardo, nonché segretario responsabile, compito non lieve dato il numero e la fama degli artisti presenti: Tosi, Sironi, De Pisis, Morandi, Soldati, Campigli, Messina e altri.
Nel 1954 Sanguineti realizzò nel Palazzo delle Scuole Pie la “Mostra internazionale del bianco e nero” dove figuravano opere di Picasso, Modigliani, Severini, per citare solo i più noti.
Ha tenuto mostre personali nel 1947 alla “Galleria Genova e l’Isola” di Genova; nel 1962 alla Galleria “Il Tigullio” di Rapallo; nel 1966, nel 1967 e nel 1969 alla Galleria “Villa Ravenna” di Chiavari; nel novembre 1967 alla Galleria “La Trozzella” di Avezzano; nel 1970 alla Galleria “Sirrah” di Imola e alla Galleria “Sant’Andrea” di Savona; nel maggio 1972 alla Galleria “La Rupinaro” di Chiavari; in aprile-maggio 1975 alla Galleria “La Rupinaro” di Chiavari e nel novembre dello stesso anno presso il Centro d’Arte e Cultura “Liguria” di Genova.
Presente alla “Prima mostra del cambio” nel 1949 a Chiavari; alla “Seconda Biennale d’Arte di porta Venezia” nel 1949 Milano; alla “Prima mostra interregionale del disegno” alla Galleria Rotta di Genova (Premio-acquisto); invitato alla “Prima Rassegna storica dell’astrattismo italiano” alla Galleria Bompiani di Milano e alla Mostra nazionale “La Piazzetta” di Rapallo (1961); invitato alla rassegna d’arte sacra tenutasi presso la “Galleria della pittura toscana” a Livorno (1967). Primo premio assoluto alla terza edizione del Premio “Vegia Zena” (1972).
Hanno scritto sulla sua opera A. Angiolini, E. Balestrieri, F. Ballero, F. Battolini, E. Bono, M. Borzone, F. Canale, U. Carreca, M. L. Dasso, L. Farinacci, D. Gambetti, L. Grande, D. Laiolo, E. Lanzarotto, E. Mastrolonardo, S. Paglieri, N. Palumbo, A. Podestà, P. L. Lavagnino, G. Rivarola, M. Uffreduzzi. Citato nel volume “Pittura e scultura oggi in Liguria” di Francesco Gallotti – 1970 – Edizioni Artisti Riuniti – Genova; come pure nel “Dizionario degli artisti liguri” di Germano Beringheli – De Ferrari Editore – 1991 – Genova.